
Sono passati esattamente 65 anni dal 30 dicembre 1943, dal giorno in cui la nostra città, per effetto di una vigliacca regola nazista, (per ogni tedesco ucciso dovevano essere uccisi 20 italiani), rimase vittima della tragedia immane che al tramonto di quello stesso giorno la vedeva piangere le 21 vite spezzate dalla ferocia inaudita di altri uomini che, se sopravvissuti alla guerra, probabilmente non hanno nemmeno conservato il ricordo per quei tragici fatti. Per noi di contro, il ricordo di quel giorno lontano, esige la giusta traduzione di un atto di violenza che ancora oggi ci fa piangere e meditare, una traduzione fatta a beneficio dei giovani francavillesi affinchè possano, con la loro testimonianza, ripetere il giuramento sulla sacralità della vita e della inviolabilità del diritto alla vita stessa di ogni essere vivente. Il passaggio del testimone garantisce la promessa del viaggio e la sopravvivenza della speranza dell'umanità per un futuro migliore.
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